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La mobilità elettrica sta diventando sempre più popolare, ma non si limita alle auto tradizionali. Alcune case automobilistiche stanno infatti proponendo veicoli alternativi, pensati per gli spostamenti urbani e per il car sharing, che offrono praticità, risparmio e sostenibilità.

Tra questi, spicca la Citroën Ami, una microcar a due posti guidabile già a quattordici anni, che ha un design originale e un prezzo accessibile. La Ami ha un motore elettrico da 8 CV e una batteria da 5,5 kWh, che le garantiscono un’autonomia di 70 km e una velocità massima di 45 km/h.

Un altro esempio è la Renault Twizy, che ospita due persone in tandem ed è disponibile in due versioni di potenza e velocità. La Twizy ha un’autonomia di 100 km e può beneficiare dell’Ecobonus statale. Inoltre, la Renault ha annunciato la futura EZ-1, una vetturetta con batterie intercambiabili pensata per il car sharing.

Anche la Seat ha presentato la sua proposta di mobilità urbana con la Minimò, un veicolo a due posti con batterie intercambiabili che si ricaricano in pochi minuti. La Minimò fa parte del brand Seat Mò, dedicato alla mobilità elettrica e condivisa.

Questi veicoli rappresentano una soluzione intelligente per l’ambiente, in quanto riducono le emissioni di gas serra e di inquinanti atmosferici. Tuttavia, per massimizzare i loro benefici, è necessario che la produzione e il consumo di energia elettrica siano basati su fonti rinnovabili. Inoltre, è importante migliorare il riuso e il riciclaggio dei componenti delle auto elettriche, in particolare delle batterie, che contengono materiali preziosi e critici.

La mobilità elettrica è quindi un tema di management, che richiede una visione strategica e una collaborazione tra i diversi attori del settore. Solo così si potrà garantire una transizione verso una mobilità più efficiente, sicura e sostenibile.

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