Per anni, Toyota è stata scettica riguardo alle auto elettriche, preferendo concentrarsi sulle auto ibride. Recentemente, alcuni esperti e analisti hanno iniziato a chiedersi se Toyota avesse ragione.
James Gilboy di The Drive ha analizzato la questione, sottolineando che gli ibridi potrebbero avere un ruolo più importante nella decarbonizzazione rispetto ai veicoli elettrici. Gilboy sostiene che l’adozione dei veicoli elettrici è rallentata a causa dei limiti di autonomia, delle reti di ricarica irregolari e dei prezzi elevati dovuti al costo delle batterie.
Inoltre, la domanda di litio crescerà di cinque volte entro il 2035, con carenze “croniche” previste già dal 2025. Di conseguenza, un passaggio a modelli full-hybrid, che utilizzano meno batterie, potrebbe ridurre le emissioni più rapidamente rispetto ai veicoli elettrici nel breve periodo.
Un esempio citato da The Drive riguarda il confronto tra due modelli di Ford F-150. La versione elettrica (Lightning) emette un terzo delle emissioni di CO2 rispetto al modello a gas e utilizza una batteria da 98 kW. L’F-150 ibrido, d’altra parte, utilizza una batteria di soli 1,5 kWh e, sebbene emetta più CO2 rispetto al Lightning, il suo propulsore elettrico è 65 volte più piccolo.
Questo significa che 65 F-150 ibridi emettono meno anidride carbonica rispetto a un F-150 elettrico e 64 ICE (Internal Combustion Engine), il che suggerisce che l’ibridazione su larga scala potrebbe essere più efficace nel ridurre le emissioni.
Gilboy conclude che l’industria automobilistica sta facendo “greenwashing” con pochi veicoli elettrici appariscenti, mentre non riduce le emissioni di CO2 quanto potrebbe. L’ibridazione su larga scala sarebbe più efficace, soprattutto con l’evoluzione della tecnologia delle batterie e l’aumento delle forniture.
In conclusione, l’ex CEO di Toyota, Toyoda, che è stato recentemente reintegrato, potrebbe aver avuto ragione a mostrare scetticismo nei confronti delle auto elettriche e a puntare sulle auto ibride. La sua visione potrebbe rivelarsi più efficace nel ridurre le emissioni di CO2, soprattutto nel breve periodo e considerando le carenze previste di litio.